Ci sono eventi che hanno cambiato la percezione e la concezione dello Sport.
Sfide che hanno aperto le porte alla dimensione odierna e nelle quali la concentrazione di qualità tecnica, agonismo, spettacolo ed emozioni si sono mescolate a politica e sociologia.
Il 30 ottobre 1974 è una data che, per chi ama lo sport come lo amo io, non può dimenticare o per lo meno deve ricordare.
Kinshasa (Zaire)
Alì vs Foreman, The Rumble in the Jungle.
E il Pugilato come sempre nella Storia dello Sport recita un ruolo da protagonista per il cambiamento e per personaggi di spessore.
La sfida sportiva in chiave moderna si sviluppò tra esagerazioni, provocazioni, strategia e show business, nella quale Alì dimostrò nuovamente di essere il più grande. Doveva svolgersi il 30 settembre ma una ferita di Foreman face slittare il tutto.
Tanti piccoli episodi che sommati hanno generato il mito, hanno ispirato il futuro. Come la sceneggiatura di un film, una storia di un libro dove non scorre solo la vita dei protagonisti ma anche l’evoluzione dell’ambiente intorno a loro che, alla fine, condiziona tutto il percorso.
Fu il primo match organizzato da Don King, (il quale promise ad entrambi i pugili una “borsa” di oltre 5 milioni di dollari senza esserne in possesso.) svolto in un continente (Africa) completamente avulso dallo scenario sportivo mondiale, da due pugili dalle caratteristiche diverse e con una differenza di età sostanziale (Foreman più giovane di Alì di 7 anni).
Don King riuscì a combinare tre fattori che gli garantirono ufficialmente la sua scalata alla notorietà: la personalità di Alì, il Titolo per il Campionato del Mondo dei Pesi Massimi, l’esigenza propagandistica di un leader dittatore come Mobutu. Come ciliegina sulla torta diede il titolo allo show: “The Rumble in The Jungle” – La rissa nella giungla.
Mobutu ci mise soldi e delirio, in perfetto stile dittatoriale.
Dopo un mese di preparazione al clima, si affrontarono alle 4 del mattino, ora di Kinshasa, per permettere al pubblico Americano di gustarselo in prima serata.
All’8 ripresa Foreman va al tappeto, l’arbitro Zack Clayton decretò il KO. Vinse Alì e la sua tecnica rope a dope, vinse per intelligenza e per velocità, vinse perché quella sera non poteva che finire così.
Ricordare aiuta a far rivivere ma soprattutto serve a non dimenticare.
Dentro questo incontro di Pugilato troviamo o sport che si nutre dei soldi della politica e la politica che si serve dello sport per esportare la propria condotta apparente.
Troviamo la qualità di un match che ancora oggi presenta dei contenuti contemporanei e l’intelligenza, la scaltrezza, la velocità e la presunzione che solo i più grandi possono avere.
Troviamo una narrazione completa, fuori e dentro il ring.
Sono passati 46 anni ma la distanza si percepisce solo per età.
La modernità è rimasta intatta, perché parte del cambiamento partì proprio da lì.