Un Fuoriclasse non lascia eredità, crea un vuoto.
Chi è fuori scala in totale contro tendenza, infischiandosene della normalità, delle regole, del presente vede il futuro per se stesso cercando di influenzare gli altri.
Non vede se stesso tra gli altri ma come gli altri possano posizionarsi nelle proprie azioni.
Vede obiettivi individuali che a volte mistifica per collettivi, sente se stesso al centro come luce che illumina.
Ciò che fa non è replicabile e a volte deprecabile.
Parlare di Silvio Berlusconi senza farsi condizionare dalle sue vicende personali è praticamente impossibile e già questo la dice lunga sulla sprezzante ed eccezionale personalità di un uomo che non ha saputo cambiare un segmento ma la vita sociale ed economica di uno dei 10 paesi più influenti al mondo.
Ha forzato il sistema prima diventandone parte, poi influenzandolo, dall’urbanistica all’economia, dalla comunicazione alla politica servendosi dello sport per dimostrare di essere un vincente.
Sapeva pensare oltre.
Dove qualcuno vedeva un vuoto lui vedeva un’opportunità. Proprio lo Sport, il Calcio.
Il più grande Presidente degli ultimi 40 anni, senza se e senza ma.
Se oggi il calcio è posizionato in questa dimensione lo dobbiamo certamente anche a lui, che ha saputo cambiare con le sue scelte sia la performance sia l’immagine.
Lui ha dato organizzazione al talento, all’intensità, ne ha creato una progettazione non fine a se stessa o meramente estetica gli ha dato prospettiva concreta.
Il Milan costituì un modello di riferimento tecnico, che non era dipendente dalla filosofia calcistica ma dalla visione di un uomo che difficilmente sbagliava la guida.
Contrappose la sua mentalità “Convincere e vincere” al “Vincere è l’unica cosa che conta”, la frivola fashion week e Milano da bere che con talento si opponeva alla baronia piemontese.
Berlusconi è stato dittatore di un pensiero calcistico che ha unito la filosofia olandese al pragmatismo italico, portando un nuovo metodo di gestione di un club.
Il Milan di Sacchi è stato definito da molti come la squadra migliore mai costruita per espressione, solidità, personalità ed efficacia.
Un suo prodotto.
“Compro il Milan e ne faccio la squadra più forte del mondo!”
“Silvio sei un grande imprenditore ma si vede che di calcio capisci poco…” Questa la sintesi di una conversazione tra Silvio Berlusconi e Mantovani (ex Presidente della Sampdoria).
Sapete tutti come è andata.
Amava il calcio, le donne, il potere e verrà ricordato per molte cose, per lo più discutibili, ma se dovremo pensare al ritratto dell’Italia degli Anni’80-‘90 non dovremo sforzarci troppo, basterà dirsi con spiccato accento milanese “Mi Consenta...”
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