Diciamoci la verità.
Si era mai data tanta rilevanza alla Copa Libertadores? Io credo di no.
Alcuni dei tanti appassionati di calcio non ne conoscono nemmeno la struttura, la dimensione ed il numero di paesi coinvolti.
Mi sono preso dei giorni per riflettere e per capire quale fosse la motivazione reale che portasse tutti i diretti interessati a trasferire questa importante finale (di ritorno) non in un paese straniero, ma addirittura in un altro continente.
Il nervosismo e la rivalità tra River e Boca oltre ad essere storica va oltre la dimensione sportiva, entra in quella sfera sociale che ha sempre coinvolto il calcio in particolar modo in quei paesi che fanno dello stesso non solo un motore ma anche un vanto.
L’Argentina una quindicina di anni fa rischiò il collasso economico e l’instabilità finanziaria contribuì a generare anni di sofferenza e disordini dalla quale ne uscì positivamente anche se in modo parziale.
Parziale perché oggi, il rischio di un default stile 2002, anche se ancora lontano dato il più alto livello di riserve valutarie, potrebbe avvicinarsi molto velocemente.
Al tempo stesso la Federazione Argentina ha un peso notevole ed è ai vertici della piramide calcistica del Sudamerica per ragioni politiche, di prestigio, di valore tecnico e anche di spessore economico.
Non è da sottovalutare la banale considerazione della “globalità” del calcio d’elite, oggi non solo strumento d’identificazione territoriale ma volano d’interessi e motore economico da utilizzare oltre confine e che non coinvolge solo i migliori club d’Europa ma tutto il mondo.
Un’altra curiosità, l’ultima vittoria di una squadra argentina in una competizione extra europea risale al lontano 2003 con il successo del Boca Junior che conquistò l’allora Coppa intercontinentale contro il Milan in una delle ultime edizioni di quella che poi fu sostituita dal Mondiale per Club.
Questi cinque motivi mi hanno condotto ad una riflessione: Quale miglior strumento, quello di una finale prestigiosa, per esportare, migliorare, rinvigorire, comunicare, la migliore essenza del calcio sudamericano. Una finale del genere potrebbe non capitare più o perlomeno non era mai capitata.
La COMNEBOL – la UEFA del Sudamerica – attraverso la sua scelta (la considero solo come la bocca che ha detto la frase…) ha dato scacco matto al calcio dei tifosi e dello stadio del quartiere scegliendo strategicamente di utilizzare una rivalità storica per dare visibilità non solo ad una partita di calcio ma ad un sistema che ha maledettamente bisogno di attenzione e risorse, puntando su una scelta, quella di Madrid, che ha giovato all’immagine ed al prestigio.
Voi direte, River – Boca ha forse bisogno di essere conosciuta al grande pubblico? NO.
River-Boca, con le sue contraddizioni, isterismi, coinvolgimenti e passioni sono il miglior biglietto da visita che l’Argentina del calcio e non solo, che lo stesso Sudamerica, potessero presentare per puntare a riemergere e rilanciarsi oltre la misura delle semplici interpretazioni, oltre l’interesse di chi vive il calcio quotidianamente, oltre il confine della passione.