«Naturalmente la mia speranza è che questa ricerca possa costruire un punto di partenza, che incoraggi alla scoperta delle tante altre esperienze che meritano di essere raccontate».
Così si conclude l’introduzione del libro “Più brave per forza. Storie di donne e sport dal Novecento a oggi” di Cristina Falco.
Falco, classe 1976 e di origini piemontesi, ha messo a disposizione le sue competenze per il Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile, realizzando quest’opera nel 2015 tramite interviste ad alcune atlete nate o vissute in Piemonte e alle loro famiglie.
Non si tratta, ovviamente, di esperienze sempre facili: spesso, infatti, le protagoniste hanno dovuto lottare e dimostrare costantemente il loro valore per raggiungere quegli obiettivi che si erano promesse.
La scrittura
Nell’introduzione, l’autrice spiega come voglia ribaltare quelle caratteristiche attribuite automaticamente a maschi e femmine dal classico sistema patriarcale, non limitandosi però ad analizzare sport prettamente maschili, ma includendo anche storie (come quella sulla ginnastica ritmica) che avrebbero comunque potuto offrire interessanti spunti di riflessione.
Le varie interviste seguono un unico filo comune, come il rapporto con il proprio corpo da atleta o il giudizio delle altre persone, ma a queste si legano domande più ampie, favorendo così l’emergere di un percorso narrativo proprio di ogni storia.
Inoltre, un’altra caratteristica che la rende una lettura piacevole è data dalle caratteristiche costitutive di una modalità di ricerca del genere: vengono mantenuti i modi di parlare e l’intercalare delle singole donne, così che possa sembrare di sentire ognuna di loro raccontare le proprie vicende in prima persona. Se si riesce a isolarsi dal resto del mondo, ci si potrebbe ritrovare a pensare di star ascoltando un podcast.
Come conclusione del libro, vengono brevemente spiegate le biografie delle atlete con relativa foto, così da dare anche un volto alle nostre protagoniste.
Gli sport analizzati
I racconti di Falco comprendono le storie e “avventure” di ben quattordici atlete, che oggi stanno continuando la loro carriera, allenano le future generazioni o non sono, purtroppo, più in vita. In quest’ultimo caso, sono stati intervistati familiari e amici e ne è stata comunque ricostruita l’attività in modo egregio.
Gli sport analizzati sono i più disparati e, spesso, non a ‘prevalenza femminile’: si parte con Lella Lombardi (automobilismo), a cui poi seguono Anna Torretta (alpinismo), Elisa Rigaudo (marcia), Anna Maria Del Mestre e Sandra Palombarini (pallacanestro), Lucia Pozzo (vela), Andreina Sacco Gotta e Maria Rosa Rosato (ginnastica ritmica), Rita Guarino (calcio), Nadia Cortassa (triathlon), Nicole Bonamino (hockey inline), Valentina Quaranta (hockey su prato), Elisa Longo Borghini (ciclismo) e, per concludere, Maria Sacco (equitazione).
Ognuno di questi racconti offre vari spunti che indirizzano l’attenzione del lettore verso una o l’altra questione, sempre comunque di enorme importanza.
L’aspetto che sicuramente emerge per primo è una generale sfiducia nei confronti dei mezzi delle donne: chi non ritiene che debbano gareggiare in generale, chi (probabilmente) si sente minacciato dall’indipendenza femminile, chi le vuole ‘sfruttare’ come semplice moda.
Sono solo alcune delle discriminazioni che le atlete di tutto il mondo sono costrette a subire, a volte addirittura quotidianamente. Basti pensare che, all’epoca dell’uscita del libro, una delle intervistate era stata la sola atleta italiana ad aver fatto apertamente coming out.
Non dobbiamo però solo soffermarci sugli aspetti negativi, perché lo sport, si sa, è fatto anche di tanti momenti emozionanti. Pensiamo all’infinito supporto datoci (non sempre purtroppo) dalla nostra famiglia: è infatti una costante in questi racconti la presenza dei familiari come sostegno alla carriera sportiva di queste ragazze.
Lo sport può anche essere veicolo di emancipazione: riguardo la storia di Valentina Quaranta, con il tempo e l’impegno, è riuscita a far rinascere l’hockey in Tanzania e a permettere a molte ragazze di trovare un lavoro ed emergere da situazioni disastrose.
Falco non dimentica di trattare nessuno degli elementi positivi e negativi dentro a questo universo parallelo che è il mondo dello sport. Ogni donna ha una sua dignità e una storia propria, diversa da quella di tutte le altre ma ugualmente potente. L’autrice, tramite le interviste, è riuscita a trasmettere la loro passione e l’energia che ci mettono in quello che fanno.
Sebbene siano una milionesima parte di ciò che succede, si possono trovare molti punti di incontro con il nostro quotidiano, utili a ricordarci che, in realtà, non siamo sole in questa lotta.