Partiamo con una premessa: Kostas Sloukas non è simpatico. Anzi, è molto lontano da quello che ognuno di noi possa definire una persona simpatica. Tutto ciò è nella norma: pochissimi atleti nella storia dello sport che si considerano e vengono considerati vincenti non stanno simpatici ai più. Questo a Sloukas importa il giusto: un giocatore che ha vinto tutto con l’Olympiacos, la squadra che l’ha cresciuto e con cui ha esordito nella massima competizione europea, e che proprio la scorsa estate ha firmato con gli acerrimi rivali del Panathinaikos non può risultare simpatico.
La rivalità tra Oly e Pana
Dire acerrimi rivali è assolutamente un eufemismo: c’è un’enorme rivalità, non solo sportiva, tra le due compagini di Atene e che ha avuto l’ennesima conferma sabato scorso con i vergognosi scontri tra le due tifoserie a Berlino, sede della Final Four 2024. Ci sono stati 90 arresti, 12 feriti, di cui uno che sta lottando tra la vita e la morte: questa è la pallacanestro in Grecia, dove si può morire andando a vedere una partita.
Tralasciando le polemiche, Kostas Sloukas ha fatto quello che pochissimi avrebbero avuto il coraggio di fare: il grande salto. L’Olympiacos ha chiuso la stagione 2022-23 al primo posto in regular season, raggiungendo la finale di Eurolega, grazie anche alle prodezze del playmaker greco. Mentre invece il Panathinaikos è arrivato diciassettesimo in classifica, ovvero penultimo: il peggior piazzamento nella storia europea del glorioso club verde.
Sergio Llull ha distrutto ogni speranza di titolo a Kostas Sloukas e all’Olympiacos segnando il tiro allo scadere che ha permesso al suo Real Madrid di vincere la sua undicesima (!) Eurolega. Nel frattempo, i tifosi del Panathinaikos sogghignavano per la sconfitta degli eterni nemici ma si guardavano soprattutto in casa loro: l’ultima partecipazione alle Final Four risaliva al 2011, troppo tempo per una tifoseria abituata a vincere da sempre, e il penultimo posto in regular season non era nemmeno accettabile. Ma le cose stavano iniziando a cambiare.
La carriera di Sloukas
Nato a Salonicco nel 1990, muove i suoi primi passi nel mondo della palla a spicchi nella Mandoulides School, una squadra di una delle scuole private della città. A 18 anni viene notato dall’Olympiacos Pireo, una delle squadre elleniche più blasonate. Con i biancorossi esordisce sia nel massimo campionato greco sia in Eurolega. Nel 2010, a 20 anni, viene mandato in prestito all’Aris Salonicco, squadra della sua città natale, con cui vince il premio di miglior giovane del campionato greco, oltre a partecipare all’Eurocup, la seconda competizione europea più importante.
Finito il prestito torna all’Olympiacos con cui vince due Euroleghe consecutive nel 2012 e nel 2013, facendo il cambio in panchina del leggendario Vasilis Spanoulis, la grande bandiera dell’Olympiacos di questo secolo, anche lui protagonista del grande e controverso salto, ma all’inverso: dal Pana all’Oly.
Nel 2015 Sloukas firma con il Fenerbahce di Zelimir Obradovic, l’allenatore più vincente nella storia della pallacanestro europea: con la squadra di Istanbul Sloukas raggiunge tre finali di Eurolega consecutive, vincendo quella del 2017 insieme a Bogdan Bogdanovic e il nostro Gigi Datome, oltre a svariati titoli nazionali.
Nel 2020 torna a casa sua, al Pireo, firmando un contratto di tre anni. Nel 21-22 raggiunge l’ottava Final Four in carriera, ma il suo Olympiacos è costretto ad arrendersi in semifinale all’Efes Instanbul di Ergin Ataman, lanciato verso il secondo titolo consecutivo con i turchi. Nel 22-23 l’Olympiacos vince gara 4 dei quarti di finale in casa del Fenerbahce grazie a una tripla incredibile di Sloukas, mortifero contro la sua ex squadra, che gli permette di qualificarsi alla nona F4 in carriera: l’epilogo lo conoscete, con Llull che segna il canestro allo scadere condannando l’Olympiacos alla sconfitta e soprattutto alla fine del contratto con Sloukas.
Il tradimento
Sloukas ha subito annunciato la sua intenzione di non rinnovare il contratto con i biancorossi, anche a causa delle varie frizioni avute con il coach Giorgios Bartzokas. Si fa avanti mezza Eurolega, tra cui il Panathinaikos.
Dimitris Giannakopoulos è un pazzo: il proprietario del Pana è tutto ciò che non ti aspetti quando pensi a un proprietario di una delle squadre più gloriose della storia. Controverso, polemico, amante delle sigarette (di cui fa uso regolarmente anche dentro Oaka, l’arena del Pana). È criticato da tutti, anche dai suoi tifosi: da quando ha preso le redini della società verde sono state più le delusioni e le polemiche che le effettive vittorie sul campo, senza contare quelle nel campionato ellenico, davvero poco competitivo.
Ciononostante, Giannakopoulos ha fatto qualcosa di incredibile la scorsa estate: convincere Sloukas a firmare per il Panathinaikos. Ora, ci sono una serie di cose pericolose nella vita e una di quelle è passare dall’Olympiacos al Panathinaikos (e viceversa). Sloukas ha appena fatto quello che Spanoulis fece nel 2010, ma a parti invertite. Ha firmato un contratto di tre anni con i verdi, convinto anche dal nuovo allenatore, Ergin Ataman, vincitore di due Euroleghe con l’Efes.
“Sono venuto al Panathinaikos perchè so che posso vincere l’Eurolega”.
Questa è la prima dichiarazione del playmaker greco alla presentazione, dove ovviamente le polemiche non mancano, soprattutto dalla sponda biancorossa.
Ma per Sloukas parla soprattutto il campo: dopo un inizio difficile, il Panathinaikos chiude al secondo posto la regular season di Eurolega qualificandosi ai playoff dove sfida al meglio delle cinque partite il Maccabi Tel Aviv: la sfida è tesissima, anche a causa delle dichiarazioni di fuoco di Giannakopoulos e per la situazione difficile in Medio Oriente. Il Pana vince alla quinta e decisiva partita e torna alle Final Four dopo 13 anni: per Sloukas si tratta della decima F4 in carriera, record assoluto per un giocatore.
In semifinale il Panathinaikos regola facilmente il Fenerbahce e ad aspettarlo in finale c’è la sfida attesissima con il Real Madrid, arrivato primo in regular season, perdendo solo quattro partite in stagione.
Superate le prime difficoltà, Sloukas sale in cattedra e chiude la pratica Real: 24 punti, 2/2 da due, 4/4 da tre, 8/9 ai liberi, 31 di valutazione. Viene nominato MVP delle Final Four, vincendo la sua quarta Eurolega con la terza squadra diversa: il Panathinaikos si cuce sul petto la settima stella, sette come le vittorie in finale di Eurolega.
Una prestazione incredibile e una storia leggendaria di un giocatore epico, un vincente nato, il Dio Greco Kostas Sloukas.