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Dico la verità, l’ho comprato perché mi piaceva il titolo e la copertina.
Per ovvi motivi.
Pensavo parlasse di Sport, ma lo Sport è solo la Cornice. E se inizialmente sei infastidito perché ti aspetti qualcosa di diverso poi ne rimani totalmente attratto.
Una storia d’Amore, di cultura popolare, di tempi andati ma soprattutto storia di un rapporto con il calcio che probabilmente non esiste più.
La storia di un bambino romano di fine anni ’70 che cresce con un filo conduttore che segna il suo percorso nel rapporto con la sua famiglia, con gli amici ma soprattutto con se stesso, la Roma.
La Sua passione lo aiuta a conoscere il mondo e conoscersi descrivendo l’Amore come spinta principale delle azioni, l’Amore sconfinato e unico verso la sua Squadra del Cuore.
Tra passato e nostalgia bellissima descrizione della Capitale che “sa meglio di te di cosa hai bisogno” e nella quale “se credi che il futuro sia più importante del passato, è perché vivi in una città senza passato”.
Cosa mi ha toccato di più?
L’unica che viene nominata, l’unica alla quale viene data la chance di presentarsi è la Roma. Nemmeno al giocatore in copertina viene dato nome e cognome (nonostante lo si conosca benissimo, Paulo Roberto Falcao) e tutto scorre garantendo accessibilità e garanzia di replica.
La descrizione perfetta del rapporto Tifoso-Sciarpa-Bandiera dove “la Sciarpa dice agli altri chi sei, la bandiera a noi stessi chi siamo” e nella quale ne viene sviscerata l’intimità tra tifoso e oggetti che ne descrivono la passione.
Vorrei chiedere a Sandro Bonvissuto quanto ci ha messo a scriverlo (secondo me pochissimo…) e poi se mai scriverò un libro mi piacerebbe farlo proprio con questa dovizia di particolari e partecipazione, proprio come ognuno di noi dovrebbe raccontare la sua storia.