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Jumbo-Visma: il volo dei calabroni

Con la nuova stagione alle porte, ripercorriamo la storia di una delle più grandi squadre del ciclismo

TOPSHOT - Jumbo-Visma's Danish rider Jonas Vingegaard wearing the overall leader's yellow jersey (3rd L) celebrates his overall victory with teammates as he cycles to the finish line after the 21st and final stage of the 110th edition of the Tour de France cycling race, 115 km between Saint-Quentin-en-Yvelines and the Champs-Elysees in Paris, on July 23, 2023. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP) (Photo by ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP via Getty Images)

Se negli anni passati pensavamo di essere di fronte a qualcosa di meraviglioso guardando Tadej Pogačar e Remco Evenepoel, nell’ultima stagione siamo stati certi di trovarci di fronte alla storia del ciclismo. E incredibilmente questi due ragazzi c’entrano solo in modo marginale. I veri protagonisti di questo anno epocale sono i “calabroni” della Jumbo-Visma.

Un 2023 da incorniciare

Mai era accaduto che una squadra monopolizzasse i tre Grandi Giri nello stesso anno, almeno fino a quando Richard Plugge e i suoi uomini gialloneri non hanno deciso di farlo.

A maggio Primož Roglič recuperò 28 secondi a Geraint Thomas nella cronometro sul Monte Lussari, lasciando estasiati e in lacrime migliaia di tifosi giunti dalla vicina Slovenia. A luglio Jonas Vingegaard si assicurò la doppietta alla Grand Boucle su un Tadej Pogačar andato in crisi nera nella diciassettesima tappa.

A cavallo tra agosto e settembre Sepp Kuss approfittò di un grave errore tattico della Soudal di Remco Evenepoel, che nella sesta frazione permise a una fuga con dentro l’americano di prendere troppo vantaggio: in una Vuelta con così tanto dislivello e pochi chilometri a cronometro era complicatissimo recuperare terreno su Seppy, soprattutto quando vai in crisi e prendi più di venti minuti all’arrivo (Evenepoel nella tappa del Tourmalet, la tredicesima).

vingegaard kuss roglic
Credits: Jumbo-Visma

La storia del Team

Ora, però, ripercorriamo le orme della Jumbo-Visma nel tempo e vediamo come sia giunta fin qui. La squadra olandese affonda le sue origini nell’ormai lontano 1984, quando fu creata la Kwantum Hallen – Decosol che nel giro di tre stagioni (1984-1986) mise in bacheca una Tirreno-Adriatico, una Classica di San Sebastian, un Giro delle Fiandre e un mondiale.

Il tutto grazie a due nomi in particolare: Adrie Van Der Poel, padre di un certo Mathieu, e Joop Zoetemelk. Joop nel 1987 vinse la sua ultima corsa da professionista, e a quarant’anni poté godersi il piacere di bere la celebre birra dell’Amstel Gold Race. A quel punto però la squadra aveva già cambiato nome ed era diventata la Superconfex-Kwantum (1987-1989).

Marta cavalli amstel gold race

Una prima svolta significativa arrivò con l’inizio di un nuovo percorso: nel 1996 prese in mano la situazione la Rabobank, che avrebbe dato il proprio nome alla formazione fino al 2014. Nel 1997 tornò finalmente un Giro delle Fiandre nella casa olandese (Soerensen), ma fu solo il preludio di altri successi: nel 1999 Boogerd fece sua la Parigi-Nizza e l’Amstel Gold Race; l’anno successivo Van Bon e Dekker conquistarono 4 tappe al Tour e una San Sebastian.

Nel 2004 Oscar Freire alzò le braccia al cielo per la prima Milano-Sanremo dell’era Rabobank; nel 2006 fu ancora Dekker a far esultare la dirigenza con il primo successo in un mini-giro di livello, la Tirreno-Adriatico.

Il 2007 è un anno importantissimo: Milano-Sanremo (Freire), Giro di Romandia (Dekker) e – finalmente – la Vuelta, il primo Grande Giro, ad opera di Denis Menchov. Sempre il russo due anni dopo alzò in alto anche il Trofeo Infinito del Giro d’Italia.

Dopo 3 anni di transizione, possiamo così chiamarli, entrò finalmente nella vita del team olandese Jumbo, marchio di supermercati attivo in Belgio e nei Paesi Bassi. La squadra che abbiamo conosciuto fino al 2023 iniziò a prendere forma nel 2015 con le punte Teunissen, Kelderman e George Bennett. Ma già dall’anno successivo vediamo spuntare Primož Roglič e Dylan Groenewegen: nell’ultimo anno di attività della LottoNL (il 2018), tutte le vittorie World Tour appartenevano a quei due nomi, eccezion fatta per la quinta tappa della Corsa Rosa vinta da Enrico Battaglin.

Nel 2019 cominciò la nostra epoca: Roglič, scortato dal suo fedele gregario Sepp Kuss, vinse la sua prima Vuelta di Spagna (per poi replicare anche nei due anni successivi). Ed ecco spuntare anche il nome di Wout Van Aert: il belga nel 2020 si prese Strade Bianche e Milano-Sanremo.

Arriviamo quindi ai giorni nostri, con le 43 vittorie del 2021 e le 47 del 2022.

In questo 2023 la Jumbo-Visma ha fatto fermare il conteggio a 69. Ora certamente qualche equilibrio cambierà senza Roglič, che è passato alla Bora Hansgrohe. I calabroni dovranno trovare un’alternativa convincente per Giro e Vuelta, soprattutto se Vingegaard dovesse continuare a fossilizzarsi sull’obiettivo francese (infatti, la corsa spagnola di quest’anno non era nei programmi ufficiali).

Inoltre, Jumbo ha abbandonato il mondo del World Tour e il suo posto è stato ereditato da “Lease a Bike”. Possiamo dire con certezza che in questa stagione la sfida più grande sarà non sbagliare il nome: Team Visma-Lease a Bike.

Articolo scritto da Luca Dalla Marta

Al Liceo era un grande appassionato di sport, ma vedendo che il professionista proprio non riusciva a farlo, si è buttato sulla scrittura. Gli piace raccontare lo Sport immerso nella Storia, uno Sport nobile e lontano dalle chiacchiere da bar (anche se queste, lo ricorda sempre, sono il motore del professionismo).

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