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Il piccolo-grande mondo della corsa in montagna

La magia del Trail Running e Skyrunning

 

Immaginate di correre una granfondo al fianco di Filippo Ganna, e che Pippo sia nella stessa vostra classifica; immaginate di correre 200 metri nella stessa batteria di Filippo Tortu, anche se non avete mai corso in pista prima di quella volta. Difficile, vero? Ora immaginate di correre una Skyrace assieme a Kilian Jornet: potete anche smettere di immaginare, perché non ci sarebbe nulla di impossibile, anzi.

Poi è ovvio che Kilian probabilmente lo vedreste ai nastri di partenza e all’arrivo, quando il campione spagnolo si è già fatto la doccia, ha mangiato antipasto, primo, secondo, contorno e dolce, mentre voi state per terminare la vostra gara. Tuttavia, il fatto di poter correre assieme ai più grandi atleti della corsa in montagna è un elemento che rende questo sport ancora più affascinante: mentre nel ciclismo è necessario usare Strava per poter confrontare i nostri parametri e numeri con quelli dei professionisti, nel trail running e nella corsa in montagna non è necessario perché il paragone può avvenire in tempo reale.

Il Trail Running

trail running

I format di gara della corsa in montagna e del trail running – che, a onor del vero, sono due cose distinte – sono diversi ma hanno in comune il fatto di svolgersi nella natura, su strada o sentiero. Se partiamo dal trail running, i format sono principalmente tre: quando la gara non supera i 42 chilometri con un dislivello attorno ai 3000 metri (positivi e negativi) si parla di Trail; l’Ultra-trail è invece quella competizione dove i chilometri da percorrere superano i 42 e il dislivello è maggiore di 4000 metri. Gli Ultra-trail sono suddivisi in tre categorie in base alla distanza (medium fino ai 69 km, long fino ai 99 e X-long oltre i 100).

Esiste un terzo formato, il cosiddetto Endurance trail: percorsi che superano i 300 chilometri di gara. Un esempio è il celebre Tor des Géants che con i suoi 330 km e 24.000 m di dislivello positivo parte da Courmayeur e percorre le Alte vie della Valle d’Aosta, facendo ritorno infine alla località di partenza.

La Corsa in Montagna e lo Skyrunning

skyrunning

Nonostante negli ultimi Mondiali di Innsbruck ci fossero anche un Ultra-trail medium, denominato short trail, e un Ultra-trail long, denominato long trail, la corsa in montagna ha delle caratteristiche ben precise da rispettare: non deve superare i 3000 metri di quota, l’asfalto deve sottostare al 20% della lunghezza complessiva e la pendenza media deve essere compresa tra il 5 e il 20%.

Perché tutti questi paletti? Perché altrimenti si sconfina nello Skyrunning, un’attività talmente distinta da non essere regolamentata dalla Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) o dalla Iaaf (International Association of Athletics Federations) come per la corsa in montagna, ma dalla FISKY (Federazione Italiana Skyrunning) e dalla ISF (International Skyrunning Federation). Qui i percorsi variano tra i 20 chilometri e i 50, e tassativamente si sale sopra i 2000 metri di quota.

I Pericoli e l’Importanza della Tecnica

Panorami che ti lasciano senza parole, un senso di appagamento profondo non solo all’arrivo ma ad ogni piccolo obiettivo che ti poni in gara, l’aria pulita, il paesaggio incontaminato: se su un piatto della bilancia c’è questo ed altro, sull’altro non possiamo ignorare la difficoltà dei percorsi che, essendo in ambiente montano, presentano pericoli che possono essere superati con una buona dose di coraggio, ma soprattutto con tanta tecnica, e questa si fa con l’esperienza.

Mentre in salita ciò che conta di più è la condizione atletica della gamba e la resistenza alla fatica (anche se sapere dove mettere un piede per compiere uno sforzo minore a lungo andare risparmia diversa energia), è sui traversi e in discesa che la tecnica è tanto importante quanto la preparazione atletica, in quanto il tempo a disposizione per scegliere dove appoggiare il piede per spingere al meglio senza volare dalla montagna cala drasticamente.

E se in pianura un errore costa una brutta caduta, qua un errore può anche risultare fatale.

Una Grande Festa

Ogni competizione è sempre e comunque una grande festa, sia per chi la gara l’ha corsa sia per coloro che erano lì esclusivamente per fare il tifo o proprio in ottica “terzo tempo”. Un’occasione di convivialità, di stare insieme, con musica e festeggiamenti, con pasta party e fiumi di birra. Tutte cose che sembrano quanto mai lontane dallo Sport, eppure nell’ottica del divertimento e della socialità, questa è una parte fondamentale e integrante della pratica sportiva. Anche se, bisogna dirlo, è sempre meglio non esagerare…

Articolo scritto da Luca Dalla Marta

Al Liceo era un grande appassionato di sport, ma vedendo che il professionista proprio non riusciva a farlo, si è buttato sulla scrittura. Gli piace raccontare lo Sport immerso nella Storia, uno Sport nobile e lontano dalle chiacchiere da bar (anche se queste, lo ricorda sempre, sono il motore del professionismo).

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