Fernando Alonso è tra i nomi più popolari della Formula Uno, due volte campione del mondo nel 2005 e 2006 con la Renault di Flavio Briatore. Lo spagnolo risulta l’emblema della scuderia francese dopo avergli regalato gli unici due mondiali costruttori e piloti.
Fernando Alonso oltre al suo talento innegabile, ad oggi, vanta addirittura una carriera di quasi venticinque anni nella Formula Uno ancora in corso, a 43 anni, con una voglia di vincere e una fiducia in sé stesso che pochi hanno. Proprio per questo nelle ultime settimane è stato al centro dell’attenzione a seguito dell’annuncio per il rinnovo con Aston Martin oltre il 2026, quando tutti pensavano si sarebbe ormai ritirato. Tra critiche, stupore e felicità, la verità è che Fernando Alonso è uno degli esempi di chi fa della propria vita il suo sport, e non viceversa.
Due tappe emblematiche: Cina e Brasile
Nel 2005 Alonso si laureò per la prima volta campione del mondo e la Renault invece campione costruttore allo stesso modo, quell’anno Fernando Alonso dovette scontrarsi con Kimi Raikkonen in McLaren, nonostante quest’ultima fosse meno bilanciata della Renault nella maggior parte della stagione.
Lo spagnolo dopo la vittoria di Imola restò in testa al mondiale piloti fino alla fine, tra i vari problemi del finlandese che rallentarono la sua stagione. La gara dove Alonso venne ufficialmente incoronato fu quella del Brasile, tra il contatto che interessò la Red Bull di Coulthard e le Williams, pit stop frenetici e la doppietta McLaren, lui si piazzò terzo e divenne campione a soli 24 anni. Fu così, inoltre, il primo pilota a raggiungere il traguardo di campione del mondo così giovane.
All’ultima gara di quell’anno, in Cina, il pilota di Oviedo invece consegnò ufficialmente il primo titolo costruttori alla sua scuderia, portando a casa anche la pole position e la vittoria.
Nel 2006 l’obiettivo di Fernando Alonso fu mantenere il titolo di campione del mondo, probabilmente la stagione può considerarsi ancora più avvincente rispetto a quella dell’anno precedente, questa volta la bagarre coinvolse Schumacher e i due battagliarono quasi fino all’ultimo punto.
Una delle gare nel corso di quella stagione che vengono ricordate tutt’ oggi è il Gran Premio della Malesia, dove lo spagnolo e il suo compagno di squadra, Giancarlo Fisichella, riuscirono a portare a casa una doppietta con la vittoria dell’italiano, il quale inoltre incassò anche la pole position, mentre Alonso il secondo posto e il giro veloce in gara. Fu una giornata memorabile per la scuderia Renault nella sua storia costruttori.
Tra controversie e penalità che interessarono i due piloti contendenti del titolo mondiale, ancora una volta però risultarono cruciali la Cina e il Brasile, stavolta in ordine e risvolti invertiti. Rispetto all’anno precedente infatti si svolse prima il Gran Premio della Cina, dove Alonso si ritrovò a battagliare con un grande Michael Schumacher in Ferrari che a quella gara grazie alla vittoria riuscì a strappare il comando del mondiale piloti allo spagnolo. D’altro canto Alonso portò a casa la pole position in qualifica, giro veloce in gara e il secondo posto.
In Giappone la rimonta di Alonso fu suggellata dalla vittoria, mentre il tedesco subì un guasto al motore con la sua Ferrari, ormai i punti che dividevano i due campioni all’ultima gara del mondiale erano solo dieci, in Brasile si decise tutto per Alonso, di nuovo.
A Interlagos Schumacher dopo il rientro della safety car post incidente di Rosberg passò Fisichella, ma la sua ruota posteriore urtò il flap della Renault, squarciandosi. Dopo il pit stop forzato il tedesco diede vita a una rimonta spettacolare e riuscì ad arrivare quarto, posizionamento che non bastava per strappare definitivamente il titolo ad Alonso, il quale invece si piazzò al secondo posto rinnovando la carica di campione del mondo, per lui e per la Renault con il secondo titolo costruttori consecutivo.
Brasile 2023: un podio da 55 centesimi di secondo
Il Brasile risulta di nuovo la tappa che permette allo spagnolo di regalare spettacolo anche dopo diciassette anni, nel 2023 infatti Interlagos fu l’ambientazione della bagarre tra Alonso e il messicano Sergio Pérez, mentre si contendevano il terzo gradino del podio fino all’ultimo giro.
Tra sorpassi e controsorpassi, curva dopo curva, fino ad arrivare al famoso rettilineo, le loro monoposto si affiancarono a una distanza che ad occhio e senza moviola sembrò inizialmente parità, quella bagarre ha dato così l’ennesima risposta che può darci questo sport, “quanto vale la vittoria?” 55 centesimi di secondo, né centimetri, né millimetri, ma l’eternità nella memoria degli appassionati. Alonso portò a casa quel terzo posto, il suo 106 esimo podio e il quarto posto nel mondiale, nel post gara riferì ironicamente al messicano di non rifarlo mai più, perché l’età non può reggere come una volta certe battaglie in pista.
La bagarre di Interlagos ottenne anche la nomination e conseguente vittoria nella categoria “azione dell’anno” ai FIA Prize Giving 2023.
Non è mai troppo tardi: La scommessa Aston Martin
Nonostante il pilota scherzi dicendo che non ha più l’età per certe cose e la contrarietà di molti che ritengono sia ora del ritiro per lasciare spazio a qualche giovane, Fernando Alonso la settimana scorsa ha rinnovato con Aston Martin firmando un contratto oltre anche il 2026, anno in cui il pilota avrà 45 anni. Una notizia che arreca certamente stupore, ma allo stesso tempo felicità per chi ha vissuto il suo dominio ed è cresciuto con le gare e le imprese da lui compiute, soprattutto perché in griglia nonostante l’età che fa storcere il naso a tanti, è tra coloro che risultano competitivi, quindi il discorso di far spazio non sembra trovare riscontro.
Lo spirito, la voglia e la mentalità di Alonso sono caratteristiche estremamente rare nella Formula Uno moderna, fatta eccezione per qualcuno, molti piloti giovani infatti dimostrano proprio quanto contino questi elementi più che l’età, per portare avanti una carriera nella categoria regina del motorsport.
Lo spagnolo addirittura ha definito questo rinnovo come un progetto di vita, proprio in relazione alla sua età, facendo trasparire una fame che non si è mai placata, ma soprattutto che non si è mai consumata nei tanti anni e vittorie ottenute.
Un pilota vincente si nota anche su una monoposto mediocre, come nelle due stagioni con Alpine dove è riuscito a posizionarsi comunque tra i primi dieci del mondiale, ma il giusto equilibrio tra vettura e talento è la vera chiave per poter vincere un mondiale. L’ elemento fondamentale dell’accordo è stata infatti la partnership della scuderia britannica con la Honda, super vincente ormai in Formula Uno soprattutto con l’esempio attuale della Red Bull Racing, che partirà dal 2026.
Chissà che questo connubio non permetta ad Alonso di far storcere ulteriormente il naso ai contrari, la maggioranza degli spagnoli sogna, o meglio crede, nel terzo mondiale assieme al suo pilota più vincente della nazione.