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Sinner, sogno italiano

Il talento che incontra l’occasione: Jannik Sinner, il salvatore del tennis italiano

Sembra quasi che stessimo aspettando tutti Lui. Jannik Sinner.

O perlomeno il mondo del Tennis Italiano stesse cercando disperatamente un rappresentante con le caratteristiche adatte.

Una cosa la possiamo affermare con certezza, l’Italia non sa conservarlo e valorizzarlo ma il Talento sa riconoscerlo.

E allora un ragazzo altoatesino dalla carnagione chiara, il viso pallido e l’espressione scolpita appare come salvatore di un paese che si è unito attorno alla racchetta.

Sarà stata la Pandemia, saranno stati i tanti anni in cantina nel palazzo ATP, saranno stati i sussulti arrivati dalle Donne, con la loro classe e determinazione (vedi Pennetta, Vinci, Schiavone, Errani) che ci siamo riscoperti affamati di Tennis.

Eravamo rimasti orfani di Panatta, l’unico italiano a salire nell’olimpo del tennis che è riuscito ad infiammare più di una generazione che anno dopo anno diventava sempre più ingombrante e irraggiungibile.

Poi anni di grandi combattenti e occasioni sfumate fino alla seduzione pericolosa dell’estro di Fognini, che ammalia e abbandona sul più bello.

Stiamo sperando in Berrettini ma Matteo è come il bravo ragazzo che vorresti sposasse tua figlia, bravissimo ma non la fa sognare.

Fino a restare prima stupiti e subito dopo incredibilmente carichi di aspettative davanti ad un dritto martellante e grezzo di un silenzioso e magrolino ragazzo di montagna che amava sciare e vinceva anche lì. Siamo rimasti quasi spiazzati dal mix eccezionale di gioventù e serietà, di concentrazione e determinazione.

Quasi anti-generazionale.

Perché vedere un millennials approcciare con sicurezza, volontà e cinismo è un evento straordinario.

Sinner ci ha restituito la speranza e nel palcoscenico tennistico attuale prende la forma del sogno. Perché se è vero che i Big 3 (Federer, Nadal e Djokovic) hanno fagocitato rivoluzionando il tennis mondiale è altrettanto vero che la loro parabola è fase discendente, non per altro per limiti di età. E allora infilarsi in questo pertugio può diventare un’opportunità, quella nella quale riconoscere un talento e dargli fiducia può riaccendere la fiamma della partecipazione agonistica, del tifo e non solo del sostegno asettico.

E anche in questo noi Italiani siamo bravissimi. A trasformare il seguito in Tifo, a trasformare l’Amore in Passione.

E nel Tennis serviva Jannik. All’Italia serviva Sinner.

Ora però è il momento della pazienza, dell’attesa.

Il suo tecnico, Piatti, ha detto che servono 150 gare ATP per far esplodere il suo valore, per iniziare a calibrare il percorso verso la vittoria.

In quel momento Sinner dovrà essere bravo e fortunato, dovrà farsi trovare pronto e noi con lui, davanti alla TV o con la racchetta in mano.

Con la convinzione che Fortuna non esiste, esiste il Talento che incontra l’occasione.

Articolo scritto da Matteo Schiavone

Maturità scientifica, centrocampista non sufficientemente abile per fare il professionista con continuità, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Management dello sport, Allenatore di Calcio e Calcio a 5 (Futsal ci piace di più) dal 2007, appassionato di Storia, Musica e Cinema con scarse attitudini allo studio ma spiccate inclinazioni alla curiosità.

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