in ,

Lo Scudetto Facile

Organizzazione, velocità, efficacia

Il Napoli vince la sua terza Serie A. Lo fa con merito, con entusiasmo, con legittimità. E l’interpretazione, a mio giudizio, è più facile di quella che nelle ultime ore si è voluta ricercare.

Ma nessuna vittoria è figlia di se stessa, ha tanti genitori e tante motivazioni ma soprattutto non nasce per caso o per casi.

Sono entrato in una fase in cui la sintesi diventa sempre più preponderante (forse saranno i 40 anni..) e se dovessi utilizzare 3 parole per descrivere la cavalcata trionfale dei partenopei utilizzerei: Organizzazione, Velocità, Efficacia.

Era da qualche stagione che non si avvertiva una sinergia forte tra le esigenze del tecnico e le scelte della società. La direzione sportiva e De Laurentis hanno scelto non solo di fidarsi ma di affidarsi alle necessità di Spalletti. Un allenatore più bravo di quanto si sappia presentare e abile a gestire giocatori di valore che puntano a diventare Top Player, un Tecnico che sa lavorare sul campo e che è cresciuto probabilmente anche fuori limando cadute psicologiche che in passato l’avevano caratterizzato e condizionato.

Altrettanto vero che si è aiutato costruendo un gruppo di 16 giocatori (non so di più…) che hanno tirato fuori qualcosa di straordinario, di diverso, di unico e che hanno seguito un’idea di calcio semplice, intensa, aggressiva. Mi ha affascinato il ritmo “europeo” che per tre quarti della stagione il Napoli ha presentato in ogni campo.

Nel girone d’andata quasi tutte le squadre sono state travolte dalla manovra.

Una squadra astuta che ha saputo cogliere l’occasione. Gli altri stentavano, loro vincevano. Il bollino di sicurezza è arrivato con gli scontri diretti. Questa andatura è stata facilitata dall’edizione del Mondiale in Qatar che ne ha garantito riposo e conseguente continuità.

Ogni giorno il Napoli diventava più forte, ogni weekend (mi sarebbe piaciuto dire domenica ma lo spezzatino me lo impedisce) i giocatori protagonisti miglioravano le loro prestazioni. Anche quando sono arrivate le poche sconfitte, il Napoli non è mai caduto.

Kvaratskhelia il crack, Osimhen l’uomo decisivo, Kim la garanzia, Lobotka il gestore, Anguissa i kili necessari, Politano e Zielinski la necessaria imprevedibilità.

di lorenzoChiudo con Di Lorenzo. Il Capitano silenzioso scelto da Spalletti per equilibrare la personalità, un giocatore incredibilmente normale di cui non si può fare a meno.

Non mi addentro in altre analisi socio-culturali che altri sanno fare meglio e peggio di me, non inserisco la filosofia dove secondo me non va cercata, non mi lascio andare alla rivincita del Sud.
Dico che sarà un estate calda, lunga per tutti.

Per chi dovrà festeggiare, per chi dovrà riorganizzarsi ed ha sottovalutato la programmazione del Napoli, per chi dovrà rilanciarsi e cercare nuove strade, per chi vorrà emulare non i contenuti ma il modo.

Un modo che ha messo al centro il direttore d’orchestra e non i musicanti.

Un’estate lunga in ogni luogo di villeggiatura nel quale sarà facile trovare il colore azzurro, in tutte le sue varianti.

Articolo scritto da Matteo Schiavone

Maturità scientifica, centrocampista non sufficientemente abile per fare il professionista con continuità, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Management dello sport, Allenatore di Calcio e Calcio a 5 (Futsal ci piace di più) dal 2007, appassionato di Storia, Musica e Cinema con scarse attitudini allo studio ma spiccate inclinazioni alla curiosità.

Cosa ne pensi del post?

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

    giro ditalia

    La nostra piccola guida al Giro d’Italia 106

    100 metros

    100 metri di coraggio: la vita di Ramón e il suo IronMan